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IL TRAUMA SI INFILA NEL TESSUTO

E’ incredibile come l’emozione creata da un trauma e da una sofferenza si infili e rimanga attaccata al tessuto del nostro corpo e  nelle nostre viscere.

Mi immagino il corpo come una tela dove l’ordito e la trama si incontrano creando un’armatura per ognuno diversa che diventa la nostra pelle, le nostre fasce, i nostri muscoli i nostri organi le nostre ossa.

Quando vivi un’emozione forte, il tessuto diventa sempre più compatto, queste trame e questi orditi si stringono sempre di più, ed è proprio là nel punto in cui si incrociano che rimane incastrato e sedimenta il nostro dolore.

Possiamo allontanarci da chi ci ha ferito, pensare di averlo dimenticato o di perdonarlo e invece continua a rimanere là, sedimentato in questi piccoli nodi che il tessuto crea e che stringono sempre di più.

Ci blocca il respiro, il movimento,  ma non ce ne accorgiamo e poi arriva il momento in cui senti che questo abito che stai indossando inizia a starti sempre più stretto, ti manca l’aria, cerchi di riempire più che puoi i polmoni, di farti spazio , ma ti senti contratta e a un certo punto è proprio il respiro e il movimento che ti permettono di allentare questa tela.

I nodi si sciolgono e ti accorgi che colui che credevi aver allontanato invece è rimasto ancora là, incarnato dentro di te e con lui la sofferenza e l’emozione che lo accompagnava.

Ogni storia che viviamo ci crea emozioni, quelle più dolorose si impregnano nel corpo, possiamo dire anche che si “incarnano” e solo attraverso il corpo possiamo rilasciarle definitivamente, la mente ci illude e “mente” nel corpo invece ritroviamo la “sincerità” , essere fedeli a noi stessi vuol dire essere fedeli al “sentire del corpo”.

Cristina Pipan

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