Ritrovare il NOSTRO CORPO “SELVAGGIO” attraverso la DANZATERAPIACLINICA

Ogni incontro di DANZATERAPIA mi riporta a vivere attraverso il corpo la mia vita, la metafora che c’è tra la danza e la vita è  un legame indissolubile , CORPO, sensi, TEMPO , SPAZIO e RELAZIONE caratterizzano la Danzaterapia tanto quanto la nostra stessa esistenza.

Attraverso la danza e quindi il linguaggio non verbale, che si mette in atto attraverso il corpo, è come entrare in un mondo parallelo, dove si sperimenta in uno SPAZIO e TEMPO sospesi, ciò che siamo, dove stiamo andando, sentiamo dolore, gioia e come per magia tutto ciò che nella vita è buio oscuro, incomprensibile, improvvisamente s’illumina , prende luce e diventa più chiaro….trovo un SENSO a ciò che sono a ciò che accade attorno a me.

Siamo in un corpo, forse spesso non ce lo ricordiamo, o lo nascondiamo, lo mascheriamo, lo copriamo di abiti, gioielli, trucchi e altro per nasconderlo o per apparire ALTRO rispetto al nostro vero essere.

Siamo un corpo che vive nello SPAZIO della nostra esistenza pieno zeppo di impegni, faccende, occupazioni, in un TEMPO frenetico autoconvincendoci che è così, che è impossibile cambiare, è impossibile fermarsi,  non si puo’… Ma perché  quando stiamo male ci fermiamo? Perché solo quando stiamo veramente male esiste il TEMPO per fermarsi e lo SPAZIO che ci circonda improvvisamente si svuota? … ed è curioso che scopriamo anche che tutto continua ad andare avanti nonostante noi  siamo fuori da questo turbine e vortice che ci risucchia ogni giorno.

Bisogna avere il CORAGGIO di fermarsi, rimanere nell’attesa, mentre tutto attorno a noi continua inesorabilmente a correre, per osservare cosa accade, dentro di noi nel nostro CORPO quando cerchiamo di riportarlo ai suoi tempi naturali.

Il CORPO è un essere multilingue, parla con il suo colore, con il suo dolore, il calore dell’eccitazione, parla con la sua lieve danza, talvolta oscillando, talvolta agitandosi nervosamente, talvolta tremando, parla con il  battito accelerato del cuore, con il crollo dello spirito e la ripresa della speranza. (“Donne che corrono coi Lupi”, C.Pinkola Estes, p.203)

 

Quando ci separiamo dalla nostra fonte originale diventiamo esseri sterilizzati e i nostri istinti e i nostri cicli naturali si perdono, soggiogati dalla cultura o dall’Io,  proprio o degli altri.

Quando siamo lontane dai nostri TEMPI dai nostri SPAZI …ci si sente straordinariamente aride, AFFATICATE, fragili, DEPRESSE, confuse, …, appiattite, senza vivacità senza senso, ferme sterili e pazze…affogate nella routine domestica, nell’lavoro e nell’inerzia, perché questo è il posto più sicuro per chi ha perduto i suoi istinti.  Abbiamo paura di avventurarci da sole o di mostrare il proprio essere imperfetto, paura di partire per un viaggio , paura di umiliarci davanti all’autorità, angoscia, ansia.(“Donne che corrono coi Lupi”, C.Pinkola Estes, p.XXI)

Allora proviamo a fermarci, a non farci trascinare, travolgere dal flusso di una vita che forse non è la nostra ma ci è stata imposta per credenze, educazione e per sensi di colpa.

Nel momento in cui mi sono fermata ho iniziato a danzare, ho iniziato a ri-contattare e sentire il mio corpo, strumento prezioso e sacro, il mio “tempio”.

Più lo SPAZIO attorno a me si è svuotato, più si è espanso, dilatato e riempito di gioia, più il TEMPO attorno a me è rallentato più ho iniziato a sentire ciò che è giusto per me….

Nella DANZA il TEMPO e lo SPAZIO sono due pilastri importanti dove muovere il nostro corpo, dove il corpo si ritrova, si plasma si trasforma.

Sono quasi vent’anni che danzo, non ho mai danzato su coreografie prestabilite, non ho mai imparato tecniche, passi, sono sempre andata con i miei passi, ho seguito e avuto fiducia nel mio corpo.

Ho ritrovato il mio “corpo-bambina” …. la  danza esisteva già dentro di me. C’erano  gesti e forme  semplici, pure,  fluide e leggere, erano le “danze primitive” imparate dai gesti, i suoni e il tocco di mia madre quando si relazionava con me, ma poi ,piano piano crescendo tutto era cambiato, le mie forme e i miei gesti sono stati inscatolati, omologati a quelli degli altri,   il corpo aveva perso la sua natura, la sua creatività, vitalità per uniformarsi a schemi, educazioni, imposizioni, stili di vita…non miei….e il mio corpo ha cambiato la sua “pelle”.

“La pelle della foca è la pelle dell’anima”, dice Clarissa Pinkola Estès nel suo libro “Donne che corrono coi lui”, racchiude il corpo della donna, è il confine con il proprio istinto, a volte capita che ci viene imposto di non attraversare quel confine, ma non si sa perché e quando tenti di varcarlo , pensi chissà quale mostro stia lì pronto ad assalirti, ma non è così. Ricordo che un confine simbolico, fin da bambina mi fu sempre  vietato di attraversare, ma un giorno l’ho varcato.

Nell’esperienza della DANZA andiamo a ricontattare piano piano, il nostro CORPO-bambino, i nostri gesti originali e primitivi che ci hanno permesso di metterci in piedi, e impariamo a lasciare andare quei gesti e quelle forme che non servono più, un po’ come i vestiti che non ci stanno più bene; facciamo nascere nuove FORME per stare nel mondo, apriamo il nostro CORPO e ci facciamo strumento di questo LASCIAR ANDARE….più siamo leggere, libere e vuote, più troviamo SPAZIO per poter espanderci .

Negli incontri di DANZATERAPIA, l’esperienza vissuta non termina alla fine dell’incontro, ma continua anche  fuori, nella vita di tutti i giorni, tutto ciò che trasformiamo con il corpo trasforma la nostra mente e quindi cambia piano piano la nostra esistenza.

Lavoro da parecchi anni con donne di diverse età dai 18 ai 70 anni e ho visto i loro corpi trasformarsi, le loro testimonianze riportano un grande bisogno di  nutrirsi del loro movimento , del loro essere originale, di ricontattare la fonte della loro vitalità e creatività , in un contesto dove nessuno le giudica, dove possono permettersi di essere ed esprimere loro stesse attraverso il loro corpo , rimasto incastrato, censurato per anni. Attraverso la loro DANZA ritrovano quel legame perduto con  il loro movimento primitivo che nutre la loro “anima di donna selvaggia”…”la donna selvaggia assomiglia molto al lupo: robusta, piana di energia, di grande forza vitale, capace di dare la vita, pronta a difendere il territorio, inventiva, leale, errante. (Donne che corrono coi Lupi, Clarissa Pinkola Estès, pag. XXll)

La Donna selvaggia, è archetipo , è patrona di tutti gli artisti, danzatori, pittori, tutti coloro che ricercano  che trovano , che inventano….e come in tutte le arti sta nelle viscere del CORPO e non nella testa.

Negli incontri di Danzaterapia insegno alle persone a trovare il tempo ogni giorno per nutrire il proprio CORPO e la loro anima attraverso la DANZA, non serve necessariamente avere una palestra per farlo, la palestra è la VITA stessa.

 

“la danza è scoperta, scoperta, scoperta” M. Graham

D.ssa Pipan Cristina

Insegnante di Danzaterapia Clinica Apid ®

BIBLIOGRAFIA

“Donne che corrono coi lupi”, Clarissa Pinkola Estès, Ed. Numeri Primi, 2004