Un’esperienza di come la Danza diventa strumento di aiuto in caso di depressione
Quando soffri di depressione le giornate sono eterne, non vedi l’ora che giungano al termine per andare a dormire (quando ci riesci) , chiudere con la vita e non sentire più nulla; sembra come se quando chiudi gli occhi quel macigno che ti ha accompagnato tutto il giorno, si posasse indisturbato al fianco del letto in attesa che arrivi il mattino seguente, in trepida attesa del tuo risveglio per ricordarti che esiste e ti si butta dentro, proprio nella bocca dello stomaco per accompagnarti per un’altra giornata ancora.
Quando sei depresso vivi con una perenne sensazione di stanchezza, niente ti dà stimolo o voglia di fare…c’è una “fatica del vivere” nel momento presente e ti senti risucchiato dentro un vortice che ti porta a fondo.
Il corpo è stanco, i movimenti sono minimi ed essenziali, è come se mancasse una spinta, una forza , una energia che lo animi.
La Depressione ti crea un “vuoto” interno che non riesci a riempire con ciò che tu sei veramente; siamo diventati ciò che gli altri volevano, abbiamo fatto il lavoro che ci è stato detto di fare, preso scelte più comode agli altri, fatto rinunce, ma per noi, non abbiamo fatto assolutamente nulla, ci siamo svuotati di ciò che siamo ed ecco che quello spazio interno rimasto vuoto per troppo tempo inizia a ribellarsi in attesa che finalmente iniziamo a riempirlo delle nostre idee, dei nostri pensieri, delle nostre azioni e creazioni.
“Ho sempre avuto la sensazione di avere una “bestia” attaccata al petto, senti il suo peso che ti trascina sempre più giù ma non la tocchi, non la vedi.
A volte preferiresti avere uno squarcio nel braccio e sentire il dolore che fa, piuttosto che sentire quel dolore sordo e invisibile che ti porti dentro.
Più di vent’anni fa provai tutte le psicoterapie possibili per uscire dalla depressione, ma quella stanchezza e quella difficoltà a vivere non passavano, certo avrei potuto scegliere la strada più breve e anestetizzarmi con qualche farmaco, ma cosa avrei risolto, avrei semplicemente momentaneamente tappato quel dolore sordo che mi portavo dentro, che poi si sarebbe rivoltato contro di me all’ennesima potenza.
Ma se certe esperienze arrivano, forse perché è il momento giusto per affrontarle e probabilmente hanno come scopo quello di risvegliare potenzialità in noi che probabilmente sono rimaste assopite per tanto tempo.
In tutte le mie ricerche e sperimentazioni “terapeutiche” un giorno mi imbattei nella Danza in particolar modo la Danzaterapia, pratica che vent’anni fa non si sapeva nemmeno cosa fosse, però proprio quello che meno te lo aspetti ti riesce a dare una mano e così iniziai a praticarla e i risultati non tardarono ad arrivare: il mio corpo iniziò a risvegliarsi, incominciai a ritrovare leggerezza e voglia di vivere.”
La Danza come terapia è una pratica psicofisica integrata , in quanto attraverso il corpo nella sua totalità si ha modo di esprimere sensazioni, emozioni che portano a un cambiamento nella persona, favoriscono il risveglio delle sue potenzialità percettive, comunicative ed espressive.
I gesti e i movimenti della Danza vanno a riempire non solo lo spazio esterno in cui si danza, ma allo stesso modo riempiono quello spazio lasciato “vuoto” per anni dentro di noi, risvegliando idee, pensieri, azioni e creatività.
La Danzaterapia non è solo una modalità specifica di trattamento di una pluralità di manifestazioni della patologia psichica, somatica e relazionale, ma rappresenta anche una possibilità di positiva ricerca del benessere e di evoluzione personale.
“La Danzaterapia mi ha permesso di dar vita a un dialogo non verbale all’interno di uno Spazio dove ho potuto esprimere me stessa, senza essere giudicata, svuotandomi di tutto ciò che non mi apparteneva più e lasciando Spazio al mio vero essere.”
Dott.ssa Cristina PIPAN
Educatore Socio-Pedagogico
Danzaterapeuta Clinico – Posturologa
Human Training Coach
Sitografia
https://www.fioriti.it/riviste/pdf/1/PP14-2Franchini.pdf