IL PIACERE DELLA LENTEZZA

Una piccola riflessione per prendere consapevolezza che forse abbiamo perso di vista quella che è la vera cura dei nostri mali : “la lentezza”

Abbiamo alterato il ritmo del pensiero, e con esso il ritmo ciclico della natura. È forse per questo che nel mondo  c’è un vuoto di saggezza: i disastri ambientali, l’inquinamento, le guerre, sono la conseguenza della perdita di domande e riflessioni sul nostro stare al mondo.
Nel romanzo di Kudera, “La lentezza”, il protagonista si chiede: “Perchè è scomparso il piacere della lentezza?”

Un tempo la Vita era vissuta nella lentezza, scandita dalle abitudini, le ritualità, il lavoro e dal ciclo della natura …l’uomo era capace di attendere e l’attesa era sinonimo di saggezza: ci si ascoltava  e questo permetteva di rinforzare la propria vita interiore.

Oggi tutto va vissuto su appuntamento, ci viene chiesto di correre sempre più in fretta per inseguire le cose, gli eventi, eliminando il tempo dell’ attesa e del silenzio.

Tutto ciò che è lento viene visto come una perdita di un “qualcosa” di non ben definito.

Viviamo una vita…sì una “vita di corsa” l’uomo vive nell’inquietudine, il tempo non è più vissuto ma inseguito mettendo in crisi i ritmi interni della persona. La gente vive sempre di più in preda all’ ansia e allo stress con tutte le conseguenze che ne derivano, per il fisico e per la psiche.

Dobbiamo iniziare a rallentare il passo, i ritmi, dobbiamo avere un tempo in cui riflettere, dove goderci i nostri progetti, dove essere capaci di aprirci al mondo, prenderci cura di noi.

Dott.ssa Cristina Pipan

Educatore Professionale socio-pedagogico

Danzaterapeuta Clinico e Posturologo

 

Bibliografia

www.officinafilosofica.it