L’importanza del movimento corporeo nel processo educativo, di apprendimento , di costituzione del sé e di crescita nel bambino.
EDUCARE E APPRENDERE
Tendiamo ad utilizzare parole quali Educazione, Formazione, Insegnamento, Apprendimento come sinonimi ma nella realtà non è proprio così, basti andare ad analizzare il significato epistemologico per capire che ognuna di queste parole ha un suo concetto ben distinto. Sono tutti poli che devono venir concepiti, l’uno parte integrante dell’altro, che conducono alla crescita , allo sviluppo ed evoluzione dell’individuo.
Il termine Educare ( dal latino educĕre – tirar fuori), è quella parola madre da cui si costruisce e ramifica il sapere pedagogico: valori, relazioni, affetti che si costruiscono in tutti gli ambienti formali e non formali in cui l’individuo cresce e vive. Educare vuol dire saper mettere in campo tutta una serie di azioni volte a valorizzare, sostenere, coltivare il talento e l’unicità propria di ogni individuo.
La “sana” educazione è quella che accompagna il bambino/ragazzo in un percorso che lo porta ad acquisire fiducia in sé stesso, nel proprio corpo, nel comportamento e nel proprio mondo. L’educazione deve permettere di esplorare e scoprire aspetti sempre nuovi, condurre alla perseveranza, all’autocontrollo, alla capacità di comunicare pensieri, sentimenti e idee, ad ascoltare e comprendere gli altri, per cooperare, costruendo un equilibrio tra le proprie esigenze e quelle degli altri in un’attività di gruppo.
E’ proprio attraverso il movimento che l’individuo acquisisce informazioni spazio/ambientali: attraverso il corpo vi è il presupposto per lo sviluppo migliorativo delle funzioni cognitive superiori.
Lev Semënovic Vygotskij portò una vera e propria rivoluzione nella sua Teoria dello Sviluppo Cognitivo: la conoscenza deriva dal superamento del dualismo classico tra mente e corpo.
Vygotskij, al tempo in cui elabora questa teoria (teoria oggi ampliamente confermata dalle Neuroscienze) affermava che il corpo e la mente non sono separati, tutto quello che noi proviamo attraverso i cinque sensi e la percezione del corpo ha un effetto fortissimo sul nostro apprendimento e sull’ elaborazione cognitiva.
Il corpo quindi qualunque forma esso abbia, è il mezzo primario che ci consente di agire e di essere nel mondo.
Attraverso i nostri sensi corporei, percepiamo e delimitiamo la disposizione dell’ambiente, riusciamo a comprendere la nostra posizione nello spazio, il nostro corpo e il nostro movimento in una visione soggettiva. L’immagine mentale del proprio corpo e di sé stessi insieme al sentire il proprio corpo, costituiscono una rappresentazione specifica del nostro sé su cui costruiamo la nostra identità .
LA DANZATERAPIA NEI CONTESTI EDUCATIVI
La Danzaterapia si inserisce in un contesto pedagogico come una possibilità per favorire la comunicazione , l’espressione di sé , la propria creatività ed è inseparabile dal vero e più profondo significato del termine “educazione” .
Attraverso il movimento corporeo della danza anche il bambino o il ragazzo più introverso può iniziare ad aprirsi verso se stesso così come agli altri, acquistando maggiore fiducia in sé. In questo modo può conoscersi e, attraverso questa consapevolezza, può conoscere e apprendere con entusiasmo.
La Danzaterapia è un’occasione per il corpo di “spostamento”, e quindi di cambiamento , che attiene precisamente al nostro stare nel mondo.
Attraverso la Danza il bambino/ragazzo impara a conoscere il proprio corpo e ad usare il movimento come mezzo di comunicazione, associa le emozioni e sensazioni provate alla qualità del proprio movimento, riconoscendo come questo cambiamento può essere collegato allo spazio usato, alla musica, al ritmo e alle persone che lo circondano. Si rivela pertanto un importante strumento di formazione ed educazione è un mezzo capace di favorire lo sviluppo integrale della persona, fisico-emotivo, relazionale, artistico e cognitivo.[1]
Tra gli obiettivi che ci si propone in un percorso di Danzaterapia sono: il facilitare la libera espressione del movimento , promuovere una crescita equilibrata e globale della persona, favorire l’attività sinergica del corpo-mente, potenziare la capacità di utilizzare il corpo per relazionarsi con gli altri, arricchire il linguaggio motorio. Durante tutto il processo, l’attenzione è rivolta all’esperienza soggettiva del creare e dell’esprimersi durante l’atto della danza piuttosto che all’oggetto della creazione, comunque importante.
Dott.ssa Cristina Pipan
Educatore Professionale socio-pedagogico
Danzaterapeuta Clinico / Posturologo
[1] Virtuoso P. Applicazioni cliniche – Dispensa LYCEUM 2018 pag. 3