“La cosa più paurosa penso sia che non ho alcun senso del tempo. Non ho la più pallida idea…il mio cervello non ce l’ha….di cosa vuol dire fra dieci ore o fra due ore” (Visione parziale di Cary Smith Henderson)
Il morbo di Alzheimer è un tipo di demenza che provoca problemi con la memoria, il pensare e il comportamento.
Generalmente, i sintomi si sviluppano lentamente e peggiorano con il passare del tempo, diventando talmente gravi da interferire con le attività quotidiane. La Danzaterapia Clinica (DMTC) è una terapia nel senso che si prende cura e sostiene l’altro attraverso il linguaggio non verbale del corpo. Sappiamo che questo tipo di linguaggio è collegato alla nostra memoria implicita che coinvolge i circuiti neurali legati alle emozioni e sensazioni.
La metodologia non verbale della DMTC utilizza la danza come ponte tra il nostro corpo e quindi il nostro linguaggio non verbale e la nostra mente.
Attraverso la danza facciamo esperienza, il movimento espressivo del corpo, permette di narrare le emozioni, le sensazioni., le esperienze, formando le fondamenta per la costruzione del senso di Sé. La DMTC utilizza IMMAGINI, quindi simboli metafore, MUSICA, stimolo che viene “somministrato” tramite le PAROLE MADRI, parole cinetiche che parlano al corpo generando azioni; parlare al corpo significa dialogare con quelle parti di noi che le neuroscienze chiamano memorie implicite e procedurali che hanno a che fare con le esperienze non coscienti , né dichiarabili a parole , sono sensoriali, emotive e affettive.
Il malato di Alzheimer vive in un perenne stato di disorientamento, con una perdita del “senso” dello SPAZIO del TEMPO , della RELAZIONE, la DMTC porta un sostegno, un aiuto nel permettergli di riuscire a dare un “senso” al qui ed ora dell’attimo stesso in cui si fa l’esperienza. La periodicità, la ripetitività degli incontri creano un’atmosfera rassicurante che si va ad aggiungere al setting dove si svolge l’incontro che puo’ essere anche l’ambiente domestico, adattato all’esperienza. Le immagini proposte nel lavoro permettono una più facile messa in pratica del movimento corporeo, che porta anche benefici a livello fisico , stimolando la creatività e l’immaginazione. il lavoro prevede delle fasi di ripetitività per offrire sicurezza, stabilità , ma anche momenti in cui, attraverso il sostegno e il supporto del conduttore, l’utente avrà modo di esprimere dei movimenti spontanei suoi personali.
Sappiamo che oggi più che parlare di cure per questa patologia degenerativa, si parla molto di prevenzione e di sostegno e la Danzaterapia Clinica si inserisce e si integra con altre terapie, per aiutare la persona a vivere con dignità e rispetto la sua esistenza assieme a questa malattia.
Cristiana Pipan