“Il trauma non è una storia. Il trauma cambia il cervello”. (Bessel van der Kolk)
Dopo un evento traumatico, l’intera esistenza della persona viene percepita attraverso il sistema nervoso in modo differente rispetto a prima, è come se avessimo una nuova prospettiva alterata del mondo, delle cose che abbiamo sempre fatto quotidianamente e ora diventano difficili da affrontare, si cercano continuamente strategie di sopravvivenza alimentando un forte stress, ansia e tensione non solo a livello psichico ma anche il corpo ne risente fortemente.
Bessel dice spesso: “Il trauma vive nel corpo“.
E’ per questo motivo che in seguito a un trauma emotivo, le persone tendono anche a sviluppare dei dolori cronici come emicranie, problemi gastro intestinali, mali di schiena, perché il corpo non fa altro che manifestare l’insicurezza in cui la persona vive.
Ed ecco che Bessel, attraverso la Trauma Research Foundation, aveva studiato come interventi somatici esperienziali, che mettono in correlazione la mente con il corpo, aiutavano la persona a percepire un nuovo modo di essere, aiutando a rilasciare il trauma rimasto immagazzinato nel corpo
Le terapie non verbali diventano uno strumento fondamentale nella cura dei disturbi traumatici perché la persona viene aiutata a riconnettersi con il “sentire del proprio corpo”, prendendo consapevolezza di Sé e sviluppando sicurezza e protezione.
- TRAUMI TRANSGENERAZIONALI
Esistono dei traumi che vengono tramandati da generazione in generazione creando nei figli dei conflitti interiori che poi vengono tramandati ai loro discendenti.
Si parla di trauma transgenerazionale quando un trauma è stato tramandato a partire dalla terza generazione, se è stato trasmesso alla generazione immediatamente successiva, si parla di traumatizzazione secondaria.
Alcuni studi fatti hanno dimostrato come il trauma di una madre – anche se avvenuto durante l’infanzia – potrebbe portare a cambiamenti epigenetici nel DNA dei suoi ovuli e quindi avere un impatto sulla salute mentale dei suoi figli. (https://www.nationalgeographic.it/)
- DANZATERAPIA CLINICA E TRAUMA
La Danzaterapia Clinica è un’esperienza molto complessa e profonda.
Il sistema corporeo e quello emotivo si allineano entrando in contatto profondo e “sincronizzandosi, attivando così quelle memorie implicite, dimenticate ed arcaiche, con cui ogni esperienza sensoriale viene immagazzinata.
Come indica l’American Dance Therapy Association, la danzaterapia è una forma di terapia che utilizza il movimento e la danza come mezzi per migliorare il benessere psicologico, emotivo e fisico delle persone.
Questo approccio terapeutico può portare dunque benefici in diverse situazioni come:
Il trattamento di disturbi mentali come la DEPRESSIONE, l’ANSIA, il DISTURNO DA STRESS POST-TRAUMATICO e il DISTURNO BIPOLARE, la GESTIONE DELLO STRESS, migliora l’autostima e l’immagine corpora, è utile in caso di programmi di riabilitazione fisica con persone che si riprendono da lesioni, interventi, per ripristinare forza e mobilità corporea, inoltre è particolarmente utile per bambini o adulti con disabilità o disturbi dello sviluppo.
Nei diversi anni di esperienza lavorativa con la pratica di Danzaterapia Clinica, ho avuto modo di osservare, nelle persone che hanno frequentato periodicamente e continuatamente dei percorsi di almeno 12/24 lezioni, importanti cambiamenti non solo hanno migliorato il loro stato emotivo, ma hanno trovato un beneficio anche a livello fisico.
Dott.ssa PIPAN Cristina
Educatore Professionale socio Pedagogico
Danzaterapeuta Clinica
Bibliografia
BESSEL VAN DER KOLK,”Il corpo accusa il colpo. Mente, corpo e cervello nell’elaborazione delle memorie traumatiche”, Raffaello Cortina Editore, 2015
Sitografia
www.nationalgeographic.it
www.psiche.santagostino.it/danzaterapia