“RI-EDUCARE ALLA CAMMINATA” Pedagogia del Movimento

RIEDUCARE ALLA CAMMINATA

La camminata è un’azione comune a tutti, considerata automatica e forse anche stereotipata, ma in realtà non è così.

Il nostro cammino è unico, ognuno cammina utilizzando una propria modalità, modificabile e strettamente collegata non solo ai processi motori ma anche sensoriali, che hanno un riflesso su tutto il nostro corpo, il nostro modo di esistere e di affrontare il mondo.

La camminata nel bambino si realizza soltanto quando tutte le strutture muscolari , la corteccia, il cervelletto e i nuclei encefalici  raggiungono quel grado di maturazione utile per permettere di costruire  una postura, gestire l’equilibro e controllare il gesto.

Educare alla camminata è un processo complesso fatto di contrazioni muscolari e di attivazione dei segmenti corporei, inoltre per regolare la locomozione intervengono input di origine somato-sensoriale, vestibolare e visivi.

Rieducarci al cammino vuol dire riportare il corpo là dove tutto è nato e strutturato e farlo con consapevolezza e coscienza.

Il processo inizia riportando il corpo a terra, infatti se pensiamo il bambino inizia a camminare attraverso un  percorso evolutivo che si struttura a terra e attraverso la sperimentazione di spinte e appoggi, piano piano costruisce e conquista la verticalità che lo condurrà nello spazio in maniera autonoma.

Ogni tappa evolutiva che il bambino attraversa è fondamentale per il suo sviluppo psico-fisico: l’azione del gattonare ad esempio, permette la programmazione e lo sviluppo di quelle catene cinetiche crociate che sono necessarie alla deambulazione e attiva tutta una serie di pattern cerebrali fondamentali per il suo sviluppo cognitivo.

Nel lavoro svolto con gli adulti, una volta riconquistata la verticalità, si sperimenta la camminata come un’alternanza di fasi che si ripetono: la fase dell’appoggio dove il piede entra in contatto con il terreno, si alterna e concatena al sollevamento e alla spinta in avanti nella fase dell’oscillazione, quindi il processo acquisito e costruito  a terra viene riproposto in piedi, sperimentando maggiore sicurezza e stabilità.

Si incomincia così a  percepire come l’appoggio e il sollevamento del piede innesca un processo a cascata e un riflesso su tutto il nostro corpo,  inoltre le informazioni visive, attraverso il controllo sulla corteccia motoria, permettono di modificare il passo in base alle caratteristiche che presenta il terreno su cui stiamo camminando, sperimentando quello che Piaget definiva processo di Assimilazione e Adattamento.

Il piede è parte fondamentale dell’inizio di questo processo, esso è un recettore ed effettore, invia continuamente informazioni al nostro corpo attraverso i meccanocettori cutanei che sono presenti sulla pianta : è un organo di “senso” quando si appoggia sul terreno e diventa “organo di moto” quando lo respinge.

Rieducare alla camminata è un processo che richiede lentezza perché  risveglia ascolto del nostro corpo e consapevolezza dell’azione che andiamo a svolgere, diventa così un apprendimento percettivo per assimilare nuovi modelli comportamenti, risvegliare nuove risposte adatte alle richieste ambientali e individuali, portando così un beneficio anche alla nostra psiche.

Dott.ssa PIPAN Cristina

Educatore Professionale Socio-Pedagogico

Danzaterapeuta Clinica e Posturologa

 

Bibliografia

“L’intelligenza nel Movimento” K. Francesconi G. Gandini EDI-ERMES Milano

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