DANZATERAPIA: Quando la Vita diventa Danza

#UNALTRADANZA...è possibile

Corpo, sensi, tempo, spazio e relazione caratterizzano la DANZA e la DANZATERAPIA tanto quanto la nostra sessa esistenza.  E’ proprio il LEGAME indissolubile che c’è tra il movimento e la vita quotidiana ciò che rende la danza uno STRUMENTO e un LUOGO dove CONOSCERE SE’ STESSI e le proprie modalità di entrare in relazione con gli altri. 

DANZANDO, ogni persona diventa tutt’uno con il proprio CORPO che si esprime attraverso il movimento, ed è un tutt’uno con la PROPRIA VITA.  Gli incontri diventano una proposta  di dialogo, un discorso corporeo, in cui vi è la continua messa in moto e in forma di vissuti, pensieri e affetti. 

Un DIALGO NON VERBALE, vitale e creativo, che si sviluppa attraverso la modulazione delle DISTANZE, delle APERTURE e CHIUSURE, in relazione con sè stessi e con gli altri. 

La DANZA deve essere una possibilità ESPRESSIVA accessibile a TUTTI: per persone di qualsiasi età, capacità motoria, sesso, stato sociale, che sappiano o no danzare. 

Fin da piccoli cresciamo, evolviamo,  perchè interagiamo con gli altri, con diversi ambienti, con diverse persone e ogni interazione diversa dalla nostra crea trasformazione e cambiamento dentro e fuori di noi, e così anche  nella danza ogni incontro con una persona diversa da noi per età, capacità motorie, sesso, ci porta ad attivare internamente le nostre POTENZIALITA’  per interagire e quindi esternamente  il nostro GESTO cambia, si trasforma da solo, in autonomia senza bisogno che nessuno ci conduca in TECNICHE o COREOGRAFIE precise. 

Il vero CAMBIAMENTO, la CRESCITA la conquista di fiducia in sé stessi avviene quando siamo noi artefici del cambiamento, l’ALTRO è un sostegno che ci accompagna, ma non ci dovrebbe GIUDICARE (cosa assai difficile nella nostra vita), e l’AMBIENTE è la palestra della nostra trasformazione. 

 

Quello che è IMPORTANTE nella DANZATERAPIA non è tanto COSA facciamo ma il “COME DEL COSA” ed è questa “TECNICA” che ci contraddistingue dagli altri e ci permette di costruire ognuno una propria IDENTIA’ unica e DIVERSA. 

Nella DANZATERAPIA non abbiamo GIUDIZIO, non abbiamo TECNICHE, abbiamo semplicemente STIMOLI come la MUSICA, le PAROLE, la RELAZIONE con gli altri che diventa una PALESTRA dove poter OSARE, SPERIMENTARE, RICERCARE E TRASFORMARE ognuno con il PROPRIO tempo. 

Ciò che accade nell’ora di lezione non termina usciti dallo SPAZIO della DANZA, ma prosegue anche fuori, ogni volta che il nostro CORPO fa ESPERIENZA, non dimentica, rimane dentro e agisce di conseguenza. 

La TRASFORMAZIONE interna non è imminente perché il CAMBIAMENTO è possibile solo quando la differenza “quantitativa” tra lo stato ORIGINARIO  e quello INTERNALIZZATO è sufficientemente piccola da non destabilizzare l’identità della persona. 

Il conduttore non interpreta ciò che accade, ma al contrario sospende il giudizio, perché solamente così possiamo essere capaci di accogliere e ascoltare questo dialogo corporeo che prende forma  e che, nell’intrinseca fragilità data dal suo esistere solo nel qui ed ora del singolo gesto, cambia continuamente forma. 

Perché questo possa accadere, è estremamente importante dare pari rilievo sia alla creazione dei confini spazio-temporali in cui ciascun corpo che danza diventa protagonista, sia rispettare il modo in cui ognuno abita questi spazi e questi tempi, non facendosi distrarre dal timore che non stia accadendo nulla. 

Il SILENZIO è parte rilevante nella DANZA come la PAROLA e il GESTO, “non dovremmo mail lasciarci trascinare dall’impazienza e dalla fretta di aggredire il silenzio senza cercare di intuirne le motivazioni” (Borgna, La Fragilità che è in noi, 2014), le pause e i silenzi sono fondamentali perché il movimento e la parola abbiano un senso. 

Ed è proprio la sperimentazione di questa alternanza nella DANZATERAPIA, questo agire restando in ascolto, che ci dà la possibilità di entrare in contatto con le proprie parti di sé, di conoscersi, accettarsi, prendersi cura e di accedere al cambiamento. 

In questi attimi in cui lasciamo che il nostro corpo e la nostra mente si incontrino in un dialogo di GESTI,  l’Io aderisce al corpo, la calma del silenzio ci invade e ci permette di ascoltarci vivere (Galimberti , 2014, Il Corpo) .

Pipan Cristina

 

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